Il libro
La silloge, che presenta una solida architettura narrativa, si presenta come un canzoniere dedicato all’amore e alle sue diffrazioni esistenziali. Alle quattro stagioni che scandiscono lo scorrere del verso e del tempo, rispondono nomi di donna a titolo di ogni componimento, maschere che drammatizzano, di volta in volta, la struttura poetica di base. Nellie, Rebecca, Betsabea e le altre sono muse e narratrici di boccaccesca memoria, destinatarie e fantasmi di un femmineo che si manifesta nei cicli della terra e dei suoi frutti.
La scelta nominale agisce allora sul doppio livello del racconto e della metafora, in un pullulare di dati, visioni ed esperienze, pronti a cantare la pienezza dei sentimenti. Arricchisce la raccolta una sezione di haiku che funge da intervallo meditativo, pausa serafica che attenua la potenza emotiva della biologia amorosa.






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