Cominciarono a muoversi avanti e indietro, i piedi di traverso, la guardia alta. Andavano a destra e a sinistra. Il maestro li fece continuare così per un po’, e allora gli fece aggiungere qualche colpo a vuoto. Quel giorno Lucio non toccò neanche un sacco, non infilò un guantone. Capì che se voleva fare il pugilato avrebbe dovuto imparare da capo a camminare, a respirare.
Il libro
Quando agli inizi degli anni Sessanta Lucio Zurlo rileva un locale alla “Provolera”, rione popolare di Torre Annunziata, la gente vede soltanto un mondezzaio: lui ci vede una palestra di pugilato. La Boxe Vesuviana diventa un luogo che attraverserà la storia del pugilato italiano, di una città ferita a morte dalla guerra, orfana della tradizione pastaia e ostaggio di una criminalità spietata, di una famiglia che ha vissuto lo sport come compagna di vita e come un’ossessione, di ragazzi e ragazze con poche possibilità diventati campioni.
L’autore
Antonio Lamorte (1990) è cresciuto a Rapone, in provincia di Potenza. Giornalista professionista, collabora con L’Unità, ha scritto per Il Riformista e Linkiesta. Ha vinto il Premio Siani nel 2017, il Premio Coni al racconto sportivo nel 2019, è stato finalista al Premio Rocky Marciano nel 2020. Il suo minidoc realizzato con la redazione de IlRifomista.it “Essere Diego Armando Maradona Jr.” è entrato nella shortlist dei premi internazionali di giornalismo sportivo dell’AIPS (Association Internationale de la Presse Sportive) dell’edizione 2022.
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